Il PTFE è un polimero non elastico a base di tetrafluoretilene che può essere utilizzato come supporto per una guarnizione in materiale elastomerico.
E’ caratterizzato da una di serie di proprietà rilevanti: un coefficiente di attrito molto basso rispetto le superfici con cui è a contatto; una resistenza alle aggressioni chimiche superiore a tutti gli altri materiali termoplastici ed elastomerici; resiste bene al rigonfiamento (solo i metalli alcalini allo stato liquido e alcune miscele a base di fluoro possono attaccare i PTFE ad alte temperature e pressioni); raggiunge temperature di servizio oltre i 200°C; la superficie è altamente scorrevole; è un buon isolante elettrico e non è attaccato dagli agenti atmosferici. Questo polimero può lavorare in un campo di temperature variabili fra i –200 °C e +200 °C.
Mantiene una certa elasticità anche alle basse temperature (-200 °C) e, per questo motivo, può essere impiegato, per esempio, a contatto con gas liquefatti.
Quando si utilizzano elementi in PTFE, vanno considerate alcune caratteristiche: oltre un certo livello di sollecitazione il materiale continua a deformarsi per scorrimento a freddo; ha scarsa resistenza all’abrasione; il coefficiente di dilatazione termica è dieci volte superiore a quello dei metalli; il basso coefficiente di dissipazione termica può creare dei problemi di surriscaldamento ed estrazione del calore dal sistema; il materiale, non essendo un elastomero, è duro come il polietilene e difficile da montare.
Come guarnizione può presentare qualche problema di montaggio come, per esempio, la difficoltà ad allargarla quanto necessario per posizionarla nella sua sede.
Il recupero elastico è lento e pertanto la guarnizione assemblata dovrà essere lasciata riposare per un certo periodo di tempo prima che riacquisti la dimensione originale.
Questo processo di recupero può essere accelerato tramite un leggero riscaldamento. Per questi motivi le guarnizioni elastomeriche non possono essere così semplicemente sostituite da quelle in PTFE. Come guarnizione a labbri, si deve prevedere una pressione di contatto addizionale costante tramite l’uso di molle o altri mezzi.
Il PTFE può essere caricato con fibre di bronzo, grafite, vetro e carbonio per ottenere proprietà speciali.
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